Le madri della Repubblica
Il referendum istituzionale
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano sceglie la forma di Governo del suo Paese, primo vero atto democratico che segna il distacco dal passato e dalla dittatura. Tra le novità che più caratterizzano questa fatidica data, c’è l’entrata ufficiale delle donne italiane nella vita politica. Donne votanti e donne elette. Il sogno delle suffragette diventa realtà in Italia!
21 donne, democraticamente elette, partecipano all’Assemblea costituente con il compito di redigere la nuova Costituzione e decidere le regole fondamentali della nuova convivenza civile.
In questo giorno di festa vogliamo appunto ricordare le 21 madri della costituzione e della Repubblica e con loro tutte le donne italiane che hanno partecipato al voto. Donne di ogni estrazione sociale unite dalla volontà di divenire soggetti attivi e contribuire a cambiare e migliorare la vita del popolo italiano. Angela Cingolani, una delle 21 madri costituenti, disse: “Peggio di quel che nel passato hanno saputo fare gli uomini noi certo non riusciremo mai a fare”. Una frase ironica per darsi coraggio di fronte all’enorme impegno che le attendeva. Impegno che hanno senz’altro pienamente assolto. La centralità della persona e la tutela della donna come lavoratrice e madre sono segnali evidenti della loro presenza e partecipazione alla Costituente.
Le madri della Repubblica
Di alcune di loro ancora si ricordano i nomi, basti pensare alla comunista Nilde Iotti, Presidente della Camera dei Deputati dal 1979 al 1992; di altre invece si è quasi persa la memoria.
Ricordiamole, dunque, tutte e a loro diciamo grazie per non essersi mai arrese ed aver lottato per i diritti di tutte noi.
Angiola Minelli, partigiana, comunista e membro dell’Unione donne italiane, chiamata spesso per la sua forza e determinazione “il deputato” delle donne.
Angela Maria Guidi Cingolani, esponente della Democrazia Cristiana, allora partito di maggioranza, e prima donna Sottosegretario di Stato.
Elisabetta Conci, anch’essa esponente della Democrazia Cristiana, profondamente religiosa, dedita all’assistenza dei più fragili. Eletta all’Assemblea costituente con 4.881voti di preferenza, si è posizionata al secondo posto dopo Alcide De Gasperi.
Adele Bei, sindacalista e politica italiana, esponente del Partito comunista italiano (PCI). Arrestata nel 1933 a Roma dai fascisti e condannata a 18 anni di prigione. Ritrovò la libertà soltanto nel 1943 con la caduta del fascismo. Ai fascisti che durante l’arresto le ricordarono i suoi figli per convincerla a parlare rispose: “Non pensate alla mia famiglia, qualcuno provvederà; pensate invece ai milioni di bambini che, per colpa vostra, stanno soffrendo la fame in Italia”.
Nadia Gallico Spano, esponente del PCI, ha partecipato alla fondazione dell’Unione Donne Italiane (UDI) e diretto il settimanale “Noi donne” fino al 1945.
Leonilde Iotti, si è interessata alla vita politica del Paese dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943, avvicinandosi al PCI e partecipando alla resistenza prima come staffetta porta-ordini e poi nei Gruppi di difesa della donna. È stata la prima donna Presidente della Camera dei Deputati e la sua presidenza è stata, sino ad oggi, la più lunga nella storia della Repubblica italiana.
La mimosa per le donne italiane
Teresa Mattei, partigiana, comunista e giovanissima madre costituente, aveva, infatti, solo 25 anni quando è stata eletta. Insieme alle compagne di partito Rita Montagnana e Teresa Noce ha scelto la mimosa come simbolo delle donne in Italia. La mimosa già fiore delle partigiane, simboleggia la tenacia e cresce con facilità anche nei luoghi più desolati. Un fiore povero, economico ma forte e solare, degno di rappresentare le donne.
Rita Montagnana, forte donna d’azione, partigiana e comunista.
Teresa Noce, partigiana, comunista, passionale e sincera, rivoluzionaria per vocazione. Ha combattuto con il nome di Estella anche in spagna contro i franchisti (sostenitori del dittatore Francisco Franco al potere dal 1939 al 1975).
Elettra Pollastrini, comunista, operaia, partigiana e madre costituente.
Maria Maddalena Rossi, comunista, partigiana e giornalista. Nell’Assemblea costituente si è battuta particolarmente per eliminare la norma prefascista che vietava l’accesso alle donne ai gradi più elevati della magistratura. Divieto che è stato, invece, abolito nel 1963.
Laura Bianchini, democristiana, eletta tra le file dei cristiano-sociali di Giuseppe Dossetti, da partigiana si è occupata di coordinare la stampa clandestina del “Ribelle”.
Filomena Delli Castelli, democristiana, eletta a soli 30 anni nell’assemblea costituente con 27.000 voti di preferenza. Ha partecipato attivamente alla resistenza con attività clandestine e come crocerossina.
Maria De Unterrichter, democristiana, pedagogista e politica. Nell’Assemblea costituente ha fatto parte della Commissione per i Trattati internazionali.
Maria Federici politica, antifascista e partigiana, deputata democristiana nell’Assemblea costituente. Ha partecipato a movimenti femministi ed è stata delegata dell‘Unione donne dell’Azione Cattolica italiana.
Angela Gotelli, profondamente cattolica, esponente democristiana nella costituente. Ha partecipato con Nilde Iotti alla sottocommissione per i diritti e i doveri dei cittadini.
Maria Nicotra, democristiana, nata a Catania, ha contribuito nella sua città alla costituzione dell’AVIS (Associazione volontari italiani del sangue). Cofirmataria di un emendamento sostitutivo del primo comma dell’art.48 (art. 51 nel testo Costituzionale definitivo) “Tutti i cittadini di ambo i sessi possono accedere agli uffici pubblici in condizione di uguaglianza”.
Vittoria Titomanlio, esponente delle ACLI, e deputata democristiana nell’Assemblea costituente. Ha continuato l’esperienza politica anche dopo la fine della Costituente ed ha ricoperto il ruolo di Deputata per quattro legislature.
Bianca Bianchi, socialista, insegnante e scrittrice, oltre che politica. All’interno dell’Assemblea costituente ha ricoperto il ruolo con Teresa Mattei di Segretaria di Presidenza.
Lina Merlin, deputata socialista e femminista, è ricordata, soprattuto, per la legge da lei fortemente voluta sulla chiusura delle “case di tolleranza”. Ingiustamente accusata di essere bacchettona ed ipocrita, si è, al contrario, sempre distinta per la protezione e la tutela dei soggetti più deboli. Nell’intervista ad Oriana Fallaci ironizza sferzante sui suoi denigratori: “Questo Paese di viriloni che passan per gli uomini più dotati del mondo e poi non riescono a conquistare una donna da soli!”.
Ottavia Penna Buscemi, unica donna di fede monarchica nella Costituente. Nobildonna siciliana, nata a Caltagirone, si è sempre contraddistinta per il suo forte impegno nel sociale.
21 donne su 556 deputati! Ma la loro partecipazione alla creazione del nuovo Stato repubblicano e della Costituzione è stata fondamentale e non deve essere dimanticata.
Buona festa della Repubblica a tutti!
Ylenia Spadaro e Alessia Travia I D Chimica, materiali e biotecnologie