La mafia prospera nella povertà e nell’ignoranza
Il Procuratore della Repubblica di Palermo Maurizio De Lucia dialoga con gli studenti dell’I.I.S. “G. Minutoli”
La cattura di Matteo Messina Denaro
L’arresto dell’ultimo boss stragista, Matteo Messina Denaro, i diversi volti della mafia e le cause storico-sociali che l’hanno generata ed alimentata nel tempo sono state al centro del dibattito tra il Procuratore della Repubblica di Palermo, Dott. Maurizio De Lucia, e gli studenti dell’Istituto Minutoli.
L’incontro, organizzato dalla Gazzetta del Sud e dall’associazione Soroptimist, con il contributo delle docenti referenti del bullismo prof.sse Ivonne Cannata e Maria Luisa D’Amico, si è svolto nella sede del noto quotidiano, venerdì primo marzo ed è stato per noi studenti un’occasione unica per approfondire il triste fenomeno della criminalità organizzata che da secoli corrompe e devia la storia e l’economia siciliana.
Il Procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia è, infatti, uno dei massimi esperti del fenomeno mafioso. È suo il coordinamento delle indagini dei carabinieri del Ros che hanno portato all’arresto di Matteo Messina Denaro. Il libro “La cattura. I misteri di Matteo Messina Denaro e della mafia che cambia”, da lui scritto a quattro mani con il giornalista Salvo Palazzolo, è senz’altro un testo fondamentale per comprendere a fondo la mafia di ieri e di oggi.
Un importante momento di crescita
Ha presieduto l’evento il Direttore editoriale della Gazzetta, Dott. Lino Morgante. Coordinatore dell’incontro il giornalista Nuccio Anselmo, cronista di giudiziaria della Gazzetta del Sud. Presenti al convegno l’ex Presidente del Tribunale di Messina e socia del Soroptimist club Messina, la Dott.ssa Marina Moleti, il Procuratore della Repubblica di Palmi, Dott. Emanuele Crescenti, il Dirigente scolastico del nostro istituto, Prof. Pietro G. La Tona.
Il Direttore Lino Morgante, dopo aver salutato e ringraziato i presenti, ha sottolineato l’importanza della scuola nel creare studenti sempre più informati.
Il nostro Dirigente scolastico, Prof. La Tona, ha ringraziato dell’opportunità offerta dal Soroptimist, dalla Gazzetta del Sud e dal Procuratore De Lucia.
Questa giornata – ha detto il Dirigente – rappresenta per il nostro Istituto un momento di crescita culturale e personale. Uomini con importanti ruoli come De Lucia ci fanno sperare che la grave piaga della mafia che distrugge il Meridione si possa sconfiggere. Bisogna infatti sempre più avere il coraggio di agire nel nostro piccolo per creare una Sicilia più “pulita”.
Meglio prevenire che curare
Il Procuratore De Lucia ha evidenziato che la magistratura e le forze dell’ordine in generale agiscono come medici quando la “malattia” è già presente, la mafia esiste e loro intervengono per reprimere e sconfiggere. Sono le scuole, le associazioni no profit sia laiche che clericali, invece, che possono e devono prevenire, lavorando su noi giovani e cambiando la mentalità “mafiosa”. Tutte le forze sane della società civile devono operare sinergicamente per il benessere collettivo, per la conoscenza dei valori fondamentali del vivere civile. In una società colta e prospera la mafia non ha motivo di esistere. Viceversa la criminalità organizzata regna sovrana laddove ci sono povertà e ignoranza.
Dopo questi interessanti interventi arriva il momento della presentazione del libro “La cattura”. Il libro è introdotto e presentato dal giornalista Nuccio Anselmo che chiede al magistrato le motivazioni che lo hanno spinto a scriverlo. Numerose sono le motivazioni alla base del libro- specifica il Procuratore- innanzitutto una doverosa replica alle troppe e “indistinte” voci che sminuivano l’importanza dell’arresto in quanto avvenuto dopo quasi 30 anni e a causa della grave malattia del latitante. Il libro, invece, svela i retroscena. La lunga lotta che ha portato all’arresto del boss deriva da anni di indagini e dalla bravura degli investigatori. Sminuire questa importante azione della magistratura e delle forze dell’ordine appartiene o quanto meno agevola le numerose mistificazioni sulla potenza della mafia. Lo Stato, ricorda, ha fatto un grande lavoro. Del resto nel secolo precedente erano molti i latitanti da arrestare. Oggi non è più così.
Cambiamo la narrazione mafiosa
La seconda motivazione invece vede l’importanza di parlare e di raccontare la carriera criminale di Matteo Messina Denaro. Il boss mafioso, infatti, non deve essere descritto come colui che è riuscito a fuggire e restare latitante per ben trent’anni. Deve invece essere ricordato come colui che è stato condannato quattordici volte all’ergastolo per reati gravemente disumani.
La terza ed ultima ragione che lo ha spinto a stilare il libro è stata la parola “onore”, trovata tra la documentazione scritta dal latitante. L’onore non può e non deve appartenere ai mafiosi. L’onore è il sacrificio e il rispetto verso gli altri. Per il mafioso, al contrario, l’onore è sinonimo di violenza, arroganza e sopraffazione.
Il suo libro è nato proprio per noi giovani, dopo che un’insegnante gli ha chiesto di spiegare ai suoi studenti cosa fosse la mafia anche e soprattutto attraverso le parole usate dai mafiosi, che hanno fatto un uso distorto di parole di per sè positive per mistificare la realtà. Parole utilizzate per propagandare una mafia buona che non è mai esistita.
Agire sul territorio
Proprio sulla lotta alla mafia è intervenuta la Dott.ssaMarina Moleti in doppia veste di ex magistrato e di socia del Soroptimist, associazione contro le limitazioni di libertà. Ciò che colpisce, e che l’ex magistrata vuole sottolineare, è che le forze dell’ordine hanno catturato i latitanti nelle loro zone. Questo sta a significare che la forza dei mafiosi è proprio il territorio ed è lì che dobbiamo agire. Nel suo discorso loda l’impegno del Procuratore nel portare la sua testimonianza nelle scuole. Cita Carlo Alberto Dalla Chiesa, che prima di essere ucciso, portava la sua parola contro le mafie proprio tra i giovani. Il messaggio che Marina Moleti vuole lasciare a noi ragazzi è di non chiedere “per favore” ciò che ci spetta di diritto.
Il dialogo con gli studenti
Molte le domande che abbiamo posto al Dott. De Lucia. Chiare ed esaurienti le sue risposte che hanno eliminato dubbi e incertezze.
Micheal Passeri (Sez. Minutoli) ha chiesto come mai ci siano voluti 28 anni per arrestare un latitante che ha continuato a vivere nel suo territorio. Il Procuratore ha chiarito un aspetto importante: non si conosceva il volto di Messina Denaro. Inoltre è stata grave la copertura offerta dai cittadini.
Micheal ha anche fatto una riflessione su come la mafia di oggi sia riuscita a fare un salto culturale. Molti professionisti, intellettuali, imprenditori spesso preferiscono rivolgersi alla mafia anziché alla magistratura e alle forze dell’ordine. Il procuratore ha sottolineato che la mafia cerca di stare al passo con i tempi. Pertanto oggi ha bisogno di essere affiancata da uomini di cultura.
Il ponte sullo stretto
Marco Aloise (Sez. Minutoli) ha chiesto se sia reale il rischio che il progetto del ponte sullo stretto diventi un grosso affare per le mafie. La risposta è stata chiara. Il rischio c’è. Il ponte, però, deve essere una scelta libera, per niente influenzata dalla possibilità che la mafia possa inserirsi. Proprio su questa affermazione Marco è intervenuto ancora, chiedendo quale fosse il modo per evitare favoreggiamenti. De Lucia ha risposto citando la legge. Il favoreggiamento infatti è un reato e come tale va punito. Fondamentali in questo senso sono i doverosi controlli, non la rinuncia dell’opera pubblica.
Antonella Viscuso (Sez. Minutoli), rifacendosi a un’ intervista di De Lucia su Rai News, in cui il Procuratore definisce la mafia “elastica”, ha chiesto cosa intendesse con questo aggettivo. In realtà, ha svelato il Procuratore, questo termine deriva dal pensiero di Giovanni Falcone, che ha definito la mafia complessa ed elastica. È infatti in grado di espandersi e restringersi in base al comportamento dello Stato.
Laura Calarco (Sez. Quasimodo) ha chiesto come stia cambiando adesso la mafia e se a causa della morte dei capi più importanti diventerà solo una realtà locale. Il Procuratore ha negato questa possibilità, sostenendo che ad oggi Cosa Nostra sta cercando un nuovo capo-vertice.
Il patrimonio di Matteo Messina Denaro
Daniele Giuffrè (Sez. Quasimodo) ha voluto sapere come si possano evitare episodi come quello accaduto al prete avvelenato in Calabria. A questa domanda ha risposto il Dott. Emanuele Crescenti, il Procuratore di Palmi, che si sta occupando proprio dell’episodio citato. Ha raccontato come da anni la mafia abbia cominciato ad attaccare anche l’istituzione della chiesa.
Joseph Alega (Sez. Quasimodo) ha posto l’attenzione sul patrimonio di Messina Denaro e ha chiesto se sia stato già scovato. De Lucia ha risposto che ci stanno ancora lavorando e che il patrimonio per i mafiosi rappresenta una grande risorsa. Per questo l’obiettivo dello Stato è levare loro il denaro.
La lotta alla mafia inizia tra i banchi di scuola
Dopo questa appassionante dialogo, arriva il momento di salutare uomini e donne delle Istituzioni e della società civile che ci hanno dedicato il loro tempo, comprendendo che la lotta alla mafia deve nascere tra i banchi di scuola.
Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo
Paolo Borsellino
Infine alcuni studenti della IV C Biotecnologie sanitarie hanno deciso di ringraziare il Dott. De Lucia con dei lavori realizzati da loro.
Ivan Pettignelli, Oriana Di Marco e Claudia Velo hanno realizzato una poesia, che hanno recitato. Maristella Bellavia ha eseguito il ritratto di un uomo senza volto, rappresentando il latitante. Valeria Brancato ha realizzato invece un elaborato multimediale con due facce. In una è raffigurata una mano con parole appartenenti alla mafia, la mano “che prende”. Nell’altra la rinascita che avrà lo Stato nel momento in cui sconfiggerà la mafia.
In questa giornata è passato un messaggio molto importante: la mafia si può e si deve sconfiggere.
Marco Aloise, Ilenia Adamo V D Biotecnologie ambientali