Il Nobel 2021 per la medicina, un premio controverso?

medicina tatto
Ha suscitato polemiche il Nobel per la medicina a David Julius e Ardem Patapoutian

Un premio Nobel per la medicina più che meritato quello di David Julius e Ardem Patapoutian. Insieme, il fisiologo e il biologo, hanno risolto uno degli enigmi più antichi della scienza e della filosofia: come riusciamo a percepire il mondo esterno? quali sono i canali di interazione?

Le loro ricerche hanno, infatti, condotto all’identificazione in TRPV1 e PIEZO2 dei recettori, sensori coinvolti nella percezione della temperatura e del tatto, sensazioni associate a quella del dolore.

David Julius ha iniziato le sue sperimentazioni dall’osservazione delle sensazioni che provoca il contatto con il peperoncino piccante: calore, bruciore e talvolta anche sudore. Ha, quindi, identificato la molecola del peperoncino, la capseicina, responsabile del dolore e del bruciore. Grazie alle sperimentazioni su questa molecola ha individuato la funzione di recettore della proteina TRPV1, canale ionico attivabile a temperature di 42 gradi dalla capseicina stessa.

Ardem Patapoutian, invece, ha ampliato il campo riguardante il dolore legato alla pressione e stabilito, come tramite nella trasmissione di questi impulsi, proprio il canale altrettanto ionico PIEZO2 attraverso l’isolazione specifica di alcuni geni.

Scoperte straordinarie, quindi, quelle dei due scienziati che aprono spiragli allo sviluppo di nuovi farmaci  e terapie per il problema del dolore cronico. Problema che si stima affligga nel mondo un miliardo e mezzo di persone.

Chi dunque e con quale motivazione ha contestato questo Nobel?

Non vincono gli scienziati dei vaccini mRNA

La risposta è semplice. Parte della comunità scientifica era certa dell’assegnazione del Nobel per la medicina a Ugur Sahin e Oezlem Tuereci, i due scienziati di origine turca che hanno sviluppato il vaccino aRNA messaggero anti Covid. Non vi è dubbio, infatti, che siano stati proprio questi vaccini a dare un decisivo colpo alla pandemia e stiano riportando ad una vita normale l’intera popolazione mondiale. Da qui la delusione che ha portato addirittura a ritenere il Nobel un premio ormai anacronistico.

Senza prendere parte alle polemiche della comunità scientifica, ricordo la motivazione che sta alla base dell’assegnazione del Nobel: il premio deve essere conferito alle persone, uomini o donne, che si sono distinte, impegnate e sacrificate a beneficio dell’umanità intera.

Nella situazione attuale è facile identificare l’estrema utilità dei vaccini anti Covid.

Se, tuttavia, andiamo oltre la situazione contingente, possiamo vedere che l’identificazione delle “vie del dolore” conduce a immaginare scenari futuri privi di affanni. Tale ipotesi sfiora il concetto stesso di miracolo.

Andrea Di Pietro, IVa D Biotecnologie sanitarie

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