Il silenzio della Dad

Riflessioni di una docente sulla didattica a distanza
Simboli del silenzio della Dad

Spieghi e non senti il vociare dei ragazzi.

Interroghi e c’è solo la vocina assonnata dell’alunna che risponde alle tue domande.

Dov’è finito l’improvviso rumore della sedia che si sposta, del banco spinto dal ragazzo che si alza per chiederti di andare in bagno, della penna che cade a terra, del cellulare che vibra, della carta del panino che di nascosto, o quasi, il mangione di turno cerca di mordere?

C’è silenzio attorno alla tua voce. È il silenzio della DaD.

Le urla al suono della campanella della ricreazione che comincia, le risate e qualche parolaccia detta troppo vicino all’insegnante, che non è possibile non l’abbia sentita. Manca tutto, manca anche questo.

Sei davanti al tuo schermo. Vedi i visi dei tuoi alunni. E nulla più. Hanno i microfoni spenti perché hai detto che devi spiegare. E loro lì, zitti, ti guardano. Ascoltano…ascoltano?

Credevi di conoscerli, di avere colto in quel primo mese di scuola in presenza, che oggi sembra rubato, i caratteri essenziali di ognuno di loro per poter comprendere le loro esigenze di alunni, di  adolescenti.

Oggi, in quel silenzio rotto solo dalla tua voce, non riesci a riconoscere il motivo dei loro sguardi, dei dubbi, dei loro perché.

Spieghi e senti il bisogno di interrompere spesso la lezione, non tanto per cogliere se stanno comprendendo l’argomento, quanto per sentirti vicino a loro.

I microfoni si attivano. Ci sono prof. Abbiamo capito prof. Stava spiegando il mito di Scilla e Cariddi, prof. E quel silenzio per un attimo si interrompe. Hai la sensazione che sia tutto normale, che la scuola sia quella di sempre, quel misto di umanità, cultura, rumori, sensazioni, passioni, odori.

Poi disattivano i microfoni.

Tornano il silenzio e il solo suono della tua voce, che sembra spogliata del suo valore, il valore della comunicazione, quella vera,  fatta di presenza, di urla, di risate e di pianti, di incomprensioni e di sfoghi, di rabbia e di gioia, la comunicazione di sentimenti e di pensieri, che solo il contatto può donare.

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