Quando tutto sembra esserci tolto ne scopriamo veramente il valore

Nell’isolamento della quarantena si riscoprono valori e interessi sopiti dalla quotidianità

Selene D’Arrigo

In un periodo così difficile, costretta a rimanere a casa, la maggior parte delle persone è assalita da una strana sensazione: un misto di ansia per il futuro e di noia per l’inattività.

Io, più portata all’azione che alla riflessione, con le mie giornate normali piene d’impegni, ho temuto sin dal primo giorno di quarantena la noia.

Adesso, invece, “chiusa” in casa, con mia grande sorpresa, ho recuperato spazi di riflessione sommersi. Molti i pensieri e le domande che mi sono posta. E’ un punto mi è apparso chiaro: quando tutto sembra esserci tolto ne scopriamo veramente il valore.

L’importanza delle piccole cose

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La nostra vita di relazione, gli affetti e le amicizie prevalgono su mode e desideri prima avvertiti prepotentemente. Ci mancano i piccoli gesti, adesso proibiti, con cui manifestare i nostri sentimenti: abbracciarsi, stare vicini, stringersi e darsi la mano. Una lunga telefonata, una videochiamata o la chat non riescono a soddisfare il bisogno di stare insieme. I rapporti virtuali, gli unici che in questo momento possiamo avere con il mondo esterno, imperanti nell’epoca dei social, si ridimensionano e si afferma quello che è vero da sempre: il contatto umano nella sua fisicità.

Ripensiamo ai momenti passati con gli amici, anche quelli che sembravano banali e scontati e che adesso, invece, ci fanno tornare un sorriso.

Anche la scuola è mutata in una serie di rapporti virtuali con i docenti e con i compagni di classe. Si studia da casa e con un computer. Chat e video lezioni hanno sostituito la lezione in presenza, ma nella classe virtuale tutto è più difficile, sfumato e indecifrabile. Comprendo solo adesso l’importanza dello sguardo dell’insegnante su di noi, quello sguardo che infastidiva per la sensazione di controllo, ma che stabiliva un contatto diretto e autentico. Lo spazio reale dell’aula e la socializzazione che in esso avveniva acquistano, ora, un’importanza mai attribuita prima.

E’ tuttavia la tecnologia che ci consente di mantenere, in questo frangente, i rapporti con il mondo esterno: isolati in casa comunichiamo, riceviamo informazioni e, infine, studiamo.

Diritti e libertà

Proprio il diritto alla studio, tra tutti i diritti forse quello meno compreso e amato dagli adolescenti, mi appare adesso in tutta la sua forza e reale dimensione.

E’ attraverso lo studio, pur difficoltoso nell’attuale situazione, che sono in grado di sviluppare analisi critiche di ciò che mi circonda e mi preoccupa.

Confronto le grandi pandemie della storia con quella attuale e mi approprio di più della dimensione storica dei nostri giorni e il mio “spazio” di riflessione si amplia.

Capisco meglio il lavoro svolto dal personale sanitario, di cui io vorrei entrare a far parte, e il mio desiderio di diventare medico si arricchisce di nuovi significati.

La possibilità di collegare spazi ed epoche diverse, in un momento in cui sono confinata in casa, mi fa capire come l’istruzione sia strettamente collegata alla libertà.

La mia stessa libertà, fortemente limitata a garanzia della vita e della salute di tutti, assume significato solo se coniugata con condivisione e senso di comunità.

Dalla precarietà e dai sacrifici di questi giorni nasce in me una nuova consapevolezza che, già so, mi arricchirà la vita quando tutto sarà finito e so anche per certo che tutto finirà bene.

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