I cancelli si aprirono e si scoprì l’orrore
Il giorno della memoria
Come ogni anno il 27 Gennaio è un’ occasione importante per ricordare le vittime dell’Olocausto in quanto, proprio il 27 gennaio del 1945, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbatterono i cancelli di Auschwitz, liberando gli ebrei e tutti i deportati nel campo di sterminio.
Coloro che sopravvissero, poterono così raccontare gli orrori e i crimini compiuti dai nazisti. Tra le tante testimonianze, la storia che ci ha maggiormente colpito, è stata quella di Shlomo Venezia. Lo scrittore, superstite di Auschwitz, durante un’intervista ha voluto raccontare, con lucidità e commozione, quando insieme ad altri compagni, trovò all’interno di una camera a gas, un bambino di pochi mesi ancora vivo, aggrappato al seno della giovane madre. Il suo destino però non fu tanto diverso, era condannato. Un SS, infatti, imbracciò il suo fucile e gli sparò in bocca, senza alcuna pietà.
I piedini dei bambini
In seguito a gli avvenimenti accaduti ad Auschwitz, la poetessa e partigiana Italiana, Joyce Lussu, ha composto e dedicato una struggente poesia ai tanti bambini uccisi nei campi di concentramento, che non hanno mai avuto la possibilità di indossare le proprie scarpette.
La poetessa restituisce, in pochi versi, la drammaticità di quegli eventi.
Le scarpette rosse restano, per sempre, il simbolo di un’infanzia violata, di un’esistenza spezzata.
“C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.”
Ci chiediamo, a questo punto, se rispetto al buio della Shoah il mondo è davvero così cambiato? Sicuramente, di fronte ai segni lasciati dal passato, di fronte allo sterminio, alla follia, alla guerra, ad ogni forma di violenza, di ieri ma anche di oggi, non possiamo restare in silenzio.
Oggi, però, abbiamo una possibilità in più: la libertà di scrivere e raccontare la verità.
Giulia Garofalo, Ylenia Spadaro, Alessia Travia II D Chimica, materiali, biotecnologie