La memoria come dovere civico e morale

27 gennaio giorno della memoria
Primo Levi-Illustrazione di Alessandro Chillè II D Chim.-mat.-biotec.

Il 27 Gennaio è il giorno della memoria, una memoria che diventa uno strumento di salvezza quando è tramandata.  Sfruttare   il suo potere ci aiuta a non ripetere ciò che è stato e non dovrà più essere. Una  memoria che ha valore  se si trasforma in dovere civico e morale. Eppure ad Auschwitz c’era chi non possedeva  più ricordi, né un nome: solo un numero di matricola impresso a fuoco sul braccio  e nessuna identità.

In quei campi di sterminio,  agli ebrei, ai malati di mente, ai polacchi, agli zingari, agli omosessuali, ai cosiddetti “indesiderati” non era concesso nulla; anzi, la Germania nazista, a quegli esseri umani, aveva tolto tutto, soprattutto speranza e dignità. Quei lager non erano solo luoghi di morte ma  di distruzione totale, un annientamento compiuto come un atto dovuto, una pulizia “etnica “, una disinfestazione “ chimica” senza eguali. Una folle  teoria della razza, che non aveva niente di umano e – non è facile dirlo – in quelle camere a gas non sono stati   bruciati e accatastati  solo dei corpi: è stato cancellato il concetto stesso di dignità, di sacralità della vita.

Primo Levi vittima e testimone della Shoah

Di chimica, esperimenti e manipolazione della materia, ne sapeva tanto  anche Primo Levi, vittima  e testimone  della Shoah. La chimica, lui, l’aveva studiata all’Università, prima della guerra; ne era un profondo conoscitore  e sapeva raccontare la scienza come pochi . Fu proprio il suo mestiere  di chimico  a salvargli la vita, a strapparlo alla morte, quando, nel ‘44, venne deportato  nel più infame dei lager, quello di Auschwitz.

Levi non era un prigioniero qualunque, era un ebreo” utile” e per questo  fu scelto e mandato come  specialista di laboratorio  nello  stabilimento industriale  “la Buna”  e lì divenne più facile resistere, sopravvivere  agli orrori,  alle atrocità. Di quella esperienza, Levi  ne parlerà poi come testimone d’eccellenza, cercando – come lui stesso dirà – di restituire al mondo la verità.  

Oggi  é il 27 Gennaio e vogliamo fermarci, come ogni anno, a commemorare le vittime della shoah, le persecuzioni, le violenze, ciò che accadde durante il genocidio, tra l’indifferenza della comunità internazionale.

La  celebrazione della Shoah, però, non deve essere svuotata né di senso, né di significato; al contrario, deve diventare un pretesto, un‘ occasione per educare, farci pensare alla radice, alle tante forme  del male, quelle  di oggi, a non restare mai in silenzio di fronte alle nuove, tante manifestazioni di intolleranza, di discriminazione, di razzismo e risorgente antisemitismo, a quei germi dell’ odio di cui è pieno il presente e su cui spesso si tace.

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