Testimonianze di pace in un conflitto senza fine

L’origine del conflitto

I conflitti israelo-palestinesi hanno origine già dal XIX secolo. Gli israeliani volevano il controllo della Palestina, perché il popolo ebraico aveva lì il luogo di nascita. I palestinesi, che occupavano da secoli quelle terre, sostenevano di essere stati cacciati all’arrivo degli israeliani. I primi conflitti armati con gli arabi nascono negli anni del mandato britannico. Durante la Seconda guerra mondiale e lo sterminio degli ebrei, si diffonde il sionismo, la convinzione degli ebrei che l’unico posto sicuro per loro sia uno stato ebraico.

Nel 1948, quindi, proprio in Palestina, nasce lo stato di Israele e il conflitto tra arabi e israeliani si trasforma in una vera e propria guerra. Nuovi conflitti israelo-palestinesi divampano in quel territorio.

Negli anni ’90 inizia un processo di pace, che però, non affronta i tanti problemi, tra cui la questione Gerusalemme, la capitale, che entrambi gli stati rivendicano.

Nuova guerra, stesse origini

Sabato 7 ottobre 2023 il gruppo terroristico islamico Hamas ha attaccato Israele a partire dalla Striscia di Gaza in Palestina. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea si sono schierati a favore di Israele, mentre l’Iran è alleato di Hamas. Le cause dichiarate del conflitto sono la liberazione dei luoghi sacri islamici e l’indipendenza dei territori palestinesi. Ma in realtà, nonostante da qualche anno siano in corso delle trattative (Accordi di Abramo 2020), il vero problema è l’ampliamento dei territori israeliani in Cisgiordania. Questa guerra, oltre ad essere “vergognosa” per la morte dei tanti civili da entrambe le parti, sul fronte economico può far sorgere delle difficoltà, in particolare sul mercato energetico. Indirettamente infatti l’Arabia Saudita e l’Iran entrano nello scontro.

L’economia globale si trova attualmente in una fase abbastanza debole, un aumento dei prezzi dell’energia causerebbe un ulteriore aumento dell’inflazione, quindi una minaccia per tutti gli Stati.

Il conflitto si combatte nella Striscia di Gaza, ma nelle principali capitali del mondo si manifesta contro questa assurda guerra.

Testimonianze di pace

Esistono, però, delle testimonianze di comunità in cui la differenza tra israeliani e palestinesi si annulla.

A Berlino la musica pone le radici per la pace. E, nel 2015, nasce l’Accademia per giovani musicisti israeliani e palestinesi, che studiano e suonano insieme. I fondatori dell’Accademia, il direttore d’orchestra Daniel Barenboim e l’intellettuale Edward Said, hanno origine proprio da questi popoli e la loro idea nasce dal pensiero che “nella musica l’ascolto reciproco è la cosa più importante”. Proprio da questo i fondatori hanno creato un luogo in cui si potesse conoscersi, ascoltarsi e condividere uno spazio aperto a tutti. L’Accademia vuole assicurare che i ragazzi si sentano al sicuro, esprimendo liberamente le loro opinioni. La coesione tra i musicisti che si è formata negli anni attraverso il confronto democratico e gli studi comuni, ha retto anche all’attacco di Ottobre. La Barenboim-Said Akademie resta, dunque, un chiaro esempio da seguire per arrivare alla pace tra i due popoli.

La speranza della riconciliazione

Un’altra realtà è l’organizzazione “Parents Circle”, nata da due padri, uno israeliano e uno palestinese, che hanno perso le loro figlie. Dal lutto non è nato il desiderio di vendetta, ma, al contrario, la voglia di sperare. La finalità di questa organizzazione, infatti, è legata alla speranza di riconciliazione tra i due popoli. Attraverso la condivisione delle proprie storie, delle proprie emozioni e delle proprie esperienze si cerca di lottare contro l’odio e il desiderio di vendetta. Oltre 600 famiglie che, a causa del conflitto, hanno perso un familiare, fanno parte dell’organizzazione nata nel 1995.

Bisogna promuovere le iniziative volte al dialogo e alla condivisione tra i due popoli. E’ necessario che si riprenda in mano la pace, partendo dalla condivisione di esperienze, sentimenti e passioni comuni all’interno di piccoli gruppi fino ad espandere questo concetto nelle grandi comunità.

Ilenia Adamo e Marco Aloise V D Biotecnologie ambientali

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