Tecno-dipendenza, sindemia e Metaverso

Convegno al Policlinico di Messina
Convegno sulla tecno-dipendenza
Palazzo Congressidel Policlinico di Messina
I rischi della tecno-dipendenza

Il primo giorno di cogestione presso il nostro Istituto, una settimana prima dell’inizio delle vacanze natalizie, le classi Seconda, Terza, Quarta C indirizzo Biotecnologie sanitarie (BTS), con le docenti Maria Luisa D’Amico e Rosamaria Migneco hanno partecipato al convegno sulla tecno-dipendenza presso il Palazzo Congressi del Policlinico Universitario di Messina. Il seminario è stato il momento conclusivo del Progetto sulla prevenzione delle tecno-dipendenze in età adolescenziale.

L’incontro, dall’emblematico titolo “Usa il cervello per non cadere nella RETE”, è stato, per noi studenti, un’ulteriore e proficua occasione per riflettere su rischi e benefici che derivano dall’uso di dispositivi che utilizziamo quotidianamente, primo fra tutti lo smartphone.

Ha aperto il convegno la prof.ssa Maria Rosaria Muscatello, Direttrice U.O.C. Pischiatria e Docente UNIME.

Moderatori della prima sessione i Prof.ri Antonio Bruno e Gianluca Pandolfo. Relatori il Prof. Francesco Pira, docente associato di Sociologia presso l’università di Messina, e la Dott.ssa Elina Valenti, psicoterapeuta e coordinatrice Area Psicologica Regione Sicilia-Hikikomori Italia.

La seconda sessione, dedicata alle attività e ai risultati del progetto, ha visto i Prof.ri Melania Mento e Clemente Cedro in qualità di moderatori e gli interventi di alcuni Istituti scolastici coinvolti nelle attività progettuali. Relatrici, infine, le psicologhe e psicoterapeute Dott.sse Rossella Alfa, Irene Pagano Dritto e Amelia Rizzo.

Sindemia

Nella prima parte dell’incontro si è parlato di “sindemia”, fenomeno che vede l’intrecciarsi di malattie pandemiche a fattori sociali. Durante il lock down per il Covid, alla malattia si sono intrecciati la povertà, i problemi scolastici, i rapporti tra le persone, che hanno fatto nascere o hanno acuito malattie mentali. Molti genitori hanno fatto sapere che i loro figli hanno riportato come conseguenze della Dad e dell’assenza di rapporti sociali, disturbi d’ansia, del controllo e autolesionismo. Hanno sofferto soprattutto gli studenti con bisogni speciali. I più piccini hanno manifestato problemi emozionali, noia, irritabilità, preoccupazioni di tipo ossessivo. I casi di suicidio sono aumentati. Si è messo in evidenza che, proprio in età adolescenziale, esordiscono i disturbi psichiatrici.

Si è poi parlato degli adulti che si comportano da adolescenti, gli “Adultescenti”. Sono loro che utilizzano in modo inappropriato il cellulare.  E sono sempre loro i maggiori spacciatori di fake news, perché non sono all’altezza di distinguere il falso dal vero. Incapaci di stare nel reale, vivono in mondi virtuali, nel “Metaverso”, tra le informazioni “alterate“.

Hikikomori: ” Il mondo dentro una stanza”

Molto interessante anche l’intervento sul fenomeno di  Hikikomori, tecno-dipendenza dagli effetti devastanti che ignoravo. È un disturbo che dal Giappone si è diffuso ovunque, giungendo anche in Italia.  Molti giovani si chiudono in casa e non escono più. Si sentono oppressi da ciò che la società chiede: realizzazione, bellezza, bravura, ricchezza, quindi reagiscono evitando i veri rapporti. Utilizzano, però, Internet per rimanere a contatto con il mondo, da cui, altrimenti, sarebbero totalmente esclusi.

In Italia sono circa 100 mila i giovani che non escono più di casa. Nel 2007-2008 i primi casi prevalentemente di sesso maschile.

Comunicare tramite chat, con Instagram, Facebook, permette a chi fatica a relazionare nella realtà, di confondersi nel gruppo. Ma in questo caso si parla di “analfabetismo affettivo-emotivo”.

Estremamente gradito il buffet di dolci accompagnati da caffè e altre bevande, offerto tra la prima e la seconda sessione degli interventi.

Infine sono stati presentati i lavori svolti dal nostro Istituto e dall’I.I.S. La Farina-Basile.

Elisa Galluccio IV C Biotecnologie sanitarie

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