Non siamo numeri

Elisea e i numeri nella valutazione
Elisea Maria Benedetta Romano, classe VC-Indirizzo Biotecnologie sanitarie
I numeri e i voti non possono raccontare in profondità le nostre storie

Il fatto di non essere numeri è un’importante questione su cui riflettere. Sin dalla tenera età veniamo classificati con dei numeri che possono crescere  in base alla nostra bravura e diminuire  in relazione  alle nostre carenze. Questo è un sistema per classificare ognuno di noi; alle volte può essere un modo per spronare a fare meglio, altre un modo per smorzare il valore ancora potenziale da portare a compimento.

Quante volte ci è capitato di prendere un voto che non credevamo di meritare? Tante volte il nostro impegno non è stato ripagato come avremmo voluto, altre invece siamo riusciti ad ottenere un buon risultato  senza bisogno di applicarci.

Questo succede perché il voto non rispecchia solo quanto hai studiato, ma riflette anche la tua capacità di improvvisare, di ascoltare e di esprimerti. Tuttavia, queste capacità non riguardano solo lo studio, riguardano la vita che ogni giorno scorre ininterrottamente.

Il fatto che tu non abbia buoni voti non significa che tu non sia una persona intelligente e viceversa. Il voto rappresenta solo quanto tu ti applichi in una determinata cosa. Non esistono persone brave in tutto e non esistono persone che non sono brave in niente. Ognuno di noi è in grado di eccellere in qualcosa e, che questo qualcosa sia prestare la giusta attenzione, dare  o semplicemente sapersi  destreggiare in  qualsiasi circostanza, non ha importanza.

Tutto ciò che è vissuto sul bordo di noi stessi può essere superato

Non dobbiamo dimenticare che ognuno esiste sul confine di qualcosa, tra il giusto e l’errore, tra il volere e il potere, ma tutto ciò che è vissuto sul bordo di noi stessi  può essere  superato, basta riconoscersi o meglio riscoprirsi. Le nostre scelte non devono essere riconducibili a un numero o dipendere esclusivamente dai rapporti di competizione. Tutto quello che fai per imparare cose nuove lo fai  per trasformarti, per aprirti al bene, al bello, al vero, ma tenendo sempre a mente che sapere più di qualcun altro non ti rende automaticamente più intelligente.

L’anno della “maturità”

Quest’anno affronteremo l’esame di  maturità, dove ognuno di noi avrà un voto differente. Questo però non deve condizionare il nostro rapporto con gli altri; andremo incontro inevitabilmente a momenti  in cui regneranno ingiustizie, incomprensioni e discussioni  ma questo non significa che non dovremo continuare a volerci bene. Un voto rimane un voto, come una persona rimane una persona!

Questi ultimi anni di scuola sono stati molto diversi rispetto a quelli vissuti  precedentemente, possiamo “gridare” di aver affrontato due anni scolastici nel corso di una pandemia globale che ci ha totalmente disorientati, dividendoci gli uni dagli altri, e costringendoci a tenere le nostre emozioni dentro uno schermo. È stata questa situazione che ci ha fatto capire realmente chi siamo e quanto abbiamo bisogno del contatto, di quella scuola che tanto odiamo e persino di quei voti che raramente accettiamo.

 Dobbiamo  realizzare  che non sarà un voto finale a distruggere i percorsi che intere classi hanno fatto, che ognuno di noi non può essere quantificato. Ci saranno persone che senza fare niente, saranno giudicate migliori  sulla carta ma  questo non significa che lo saranno poi nella vita.

I  numeri e i voti non possono raccontare in profondità le nostre storie che avanzano verso la maturità. Io credo fermamente  che tra quei banchi, quegli ottimi voti e quelle insufficienze, ci siano  persone  diverse ed uniche e  che ogni giorno, nel saper alzare lo sguardo verso l’alto, riescono a trovare l’infinito.

Elisea Maria Benedetta Romano, classe 5C Indirizzo Biotecnologie sanitarie

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