E la guerra continua…

un popolo senza casa
Foto di Levi Meir Clancy da Unsplash
Profughi, morti, povertà: gli effetti disastrosi della guerra

Lo scorso 25 febbraio è scoppiata la guerra in Ucraina. Molti cittadini, soprattutto donne e bambini, sono dovuti fuggire verso l’Europa centro-settentrionale. Si tratta di una guerra territoriale tra Russia e Ucraina per il controllo delle regioni della Crimea e del Donbass. È un conflitto che in realtà va avanti da 8 anni. Negli ultimi mesi, però, ha avuto una rapida escalation fino all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Tra le città che sono state bombardate una delle più colpite è Leopoli. La città ha voluto comunque festeggiare la Pasqua. Ha tenuto aperti bancarelle e negozi, anche se c’erano i fumi neri dei bombardamenti nell’aria, uniti ai suoni delle sirene. Un segno forte che dimostra la volontà di festeggiare lo stesso, per non vivere nella paura e cercare di recuperare la normalità.

L’esodo dei popoli

La storia ce lo insegna: la guerra porta sempre rovina, morte e povertà. È sempre ingiusta perché porta via la libertà e il lavoro. E il popolo innocente, da un giorno all’altro, si ritrova costretto a fuggire dalla propria casa oppure ogni giorno rischia la vita.

Si sta verificando un vero e proprio esodo di un popolo. Più di 1 milione di persone lascia le proprie terre per fuggire dalla guerra, affrontando durante il viaggio tante difficoltà. Anche quelli che sono rimasti in patria vivono ogni giorno nel terrore: non tutti, infatti, hanno avuto la possibilità di andare via. Molti sono rimasti per combattere, soprattutto gli uomini, altri invece erano malati o non avevano abbastanza denaro per muoversi.

Se parliamo di guerra in generale abbiamo visto tutti quello che è successo in Afghanistan e in Libia negli ultimi anni.

I problemi non si risolveranno con la NATO che continua a spendere milioni di soldi per comprare armi e mandarle nei Paesi in guerra. La soluzione dell’Unione europea di sanzionare la Russia, inoltre, inciderà pesantemente sulla nostra economia. Non dimentichiamoci che la Russia è la seconda, se non la prima, grande produttrice di gas e cereali.

Ma d’altra parte cosa proporre? Sembra non esserci via d’uscita. Non si prospettano soluzioni diplomatiche.

La guerra continua e gli innocenti soffrono.

Alasana Jaiteh II D Chimica, materiali e biotecnologie

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