Leggere, leggere, e ancora leggere

leggere un buon libro
Progetto lettura

Noi ragazzi sappiamo quanto sia importante leggere, ma farlo diventa sempre più faticoso, perché ormai siamo attratti dalle brevissime notizie che ci giungono dai social. Il ruolo della scuola, quindi, è fondamentale per avvicinare noi giovani a un buon libro.

Al Minutoli annualmente con il Progetto lettura, riusciamo a riscoprire il piacere di leggere un buon testo e discuterne con il suo autore.

Quest’anno noi studenti delle quinte classi abbiamo letto “La tigre di Noto” della scrittrice siciliana Simona Lo Iacono. Abbiamo avuto, quindi, il piacere di conoscerla e colloquiare con lei il 28 marzo nell’Aula magna della nostra scuola.

Ad aprire l’incontro è stato il nostro Dirigente, il prof. Pietro Giovanni La Tona, che ha presentato l’autrice e ha messo in risalto le difficoltà che la donna aveva nella società nell’epoca in cui è ambientato il libro (il periodo dei nazifascisti e della Seconda guerra mondiale). Ha sottolineato anche che tuttora la donna non ha le stesse opportunità dell’uomo. Spetta anche alla scuola lavorare per smantellare questa situazione, retaggio di una superata mentalità patriarcale.

Scrittore e lettore: il patto narrativo

L’autrice, prima di raccontarci la storia che c’è dietro al suo libro, ci ha spiegato cos’è e come funziona il patto narrativo. Ci ha affascinato raccontandoci che questo patto è un accordo intimissimo e segreto che si instaura tra il narratore e il lettore. Quella circostanza in cui lo scrittore dice al lettore che da quel momento in poi tutto quello che sarà scritto diventerà oggetto della sua credenza. Qualunque episodio inventato, dunque, per il lettore sarà vero.

Com’è nata la storia della “Tigre di Noto”

La scrittrice ci ha spiegato come le sia nata l’idea di scrivere la storia della “Tigre”: un anno prima della pandemia un’amica avvocatessa le ha raccontato di una donna, Annamaria Ciccone, che veniva chiamata anche la “Tigre di Noto” per il coraggio che aveva mostrato contro i nazisti in una biblioteca nel tentativo di salvare dei libri ebraici. L’autrice si è incuriosita ed è andata a cercare altre notizie sul personaggio, ma è riuscita a trovare solo un pro-cugino da parte di madre che le ha fornito altri pochi dettagli sulla vita della Ciccone. Annamaria aveva deciso di studiare Fisica, sebbene fosse l’unica donna del suo corso e anche l’unica che avesse capito la teoria della relatività generale di Einstein. Inoltre la Lo Iacono ci ha spiegato che la scienziata era una grande donna, portatrice di idee nuove.

Noi ragazzi le abbiamo poi rivolto varie domande a cui la scrittrice ha risposto in modo preciso e soddisfacente. Abbiamo anche parlato dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Come ultima domanda abbiamo chiesto cosa pensasse del fatto che all’università Bicocca di Milano avessero pensato di cancellare (poi per fortuna c’è stato un ripensamento) un corso su Dostoevskij per il solo fatto che fosse russo. L’autrice ci ha spiegato che quella scelta, nata da un’insensata paura, sarebbe stata sbagliata in quanto, proprio in questo momento, si dovrebbe approfondire Dostoevskij perché portatore di valori universali. E quando le abbiamo chiesto che cosa avrebbe fatto lei nei panni della protagonista, la scrittrice ci ha rivelato che non sa se avrebbe avuto lo stesso coraggio della Tigre e che ogni atto eroico ha qualcosa che lo precede.

Elisea Di Lorenzo e Miriam Parisi V L Biotecnologie sanitarie

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