Videodipendenti

Giovanissimi, maschi e inclini alla violenza

La videodipendenza è una malattia

L’intrattenimento è ormai inglobato dai videogiochi. Molti giovani, attratti dal mondo digitale, hanno abbandonato ogni altro passatempo.

Il videogiocatore passa il proprio tempo a casa davanti ad un monitor, più o meno ad alta risoluzione, e si astrae dalla realtà. I meno assuefatti amano ancora giocare con gli amici; i veri dipendenti, al contrario, preferiscono essere soli con il gioco. L’estinzione delle sale da gioco e l’invenzione della consolle da casa hanno, inoltre, esasperato tale isolamento.

Nel maggio 2013, l’American Psychiatric Association (APA) ha descritto la videomania, ma è giunta alla conclusione di non avere sufficienti prove per inserire questa dipendenza tra i disturbi mentali riconosciuti.

Videogiocatore- Foto di Rhett Noonan su Unsplash

Di parere opposto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2018, ha inserito a pieno titolo la videomania tra i disturbi psichici. Caratteristiche sono l’incapacità di distaccarsi dal gioco e la conseguente crisi di astinenza con il manifestarsi di comportamenti ansiosi, depressivi o irascibili. Maggiormente a rischio sono i soggetti maschi tra i 12 e i 16 anni.

Sotto accusa, invece, sono le grafiche immersive, che attenuano il confine tra reale e virtuale, e le scene di violenza gratuite. Uccisioni e spargimenti di sangue possono condizionare la mente del ragazzo che passa la maggior parte del suo tempo davanti agli schermi. Cresce, così, l’aggressività.

Al “Super Mario” degli anni ’80 si è sostituita la saga di videogiochi “GTA” con spargimenti di sangue e avatar criminali!

Nei casi più gravi si può addirittura arrivare a non distinguere più tra il mondo virtuale e il mondo reale. Il soggetto compie, quindi, atti violenti credendo di essere nel suo videogioco preferito.

Dalla videodipendenza si può, chiaramente, uscire ma è necessario, come in ogni disturbo mentale, un adeguato percorso psicoterapeutico.

Al contrario la scelta di videogiochi adeguati alla fascia di età, il limite al tempo destinato al videogioco e la preferenza ad attività e giochi all’aperto ne possono impedire l’insorgenza.

Davide Bongiorno III D BTA

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