La Befana vien di notte…

La befana
Illustrazione di Alessandro Chillè
Vecchietta un po’ burlona che regala dolciumi o carbone

Immaginiamo tutti la Befana come una vecchietta con brutto naso e mento allungato, che porta regali e caramelle ai bambini che sono stati buoni, mentre lascia del carbone a quelli che si sono comportati male.

L’epifania ricorre il 6 gennaio. Il termine vuol dire apparizione o manifestazione… ma qual è la storia della befana?

Ho letto tante storie sulla Befana e ora ve ne racconterò due, ricordandovi che queste storie sono tutte nostre, italiane, e che la figura della vecchietta che porta doni o carbone è legata ai riti invernali pagani propiziatori per il raccolto dell’anno nuovo.

La Befana e i re Magi

Un giorno i re Magi, che stavano andando verso Betlemme perché lì era nato Gesù, il Salvatore, si persero. Decisero allora di chiedere informazioni alla Befana, che non seppe aiutarli. I tre re la invitarono anche ad unirsi a loro, ma lei rifiutò. Dopo un po’ la vecchietta capì di aver commesso uno sbaglio e, presi dei dolci, iniziò a cercarli, ma invano. Allora decise di dare quei doni a tutti i bambini che incontrava, con la speranza che uno di questi fosse Gesù.

Un’altra storia che riguarda la befana, più lunga e, a mio avviso, più coinvolgente, è la seguente.

La Befana era una donna bella con molti pretendenti, però aveva un brutto carattere, era molto egoista e non aveva mai aiutato nessuno. Era inoltre ossessionata dalla pulizia, infatti aveva sempre la scopa in mano e la usava così velocemente che sembrava volasse.

Nel tempo libero faceva le calze ma, egoista com’era, le faceva solo per sé. Passarono gli anni e lei divenne brutta e cattiva.

Nel paese dove abitava arrivarono tre uomini e si vociferava che fossero dei re, i re Magi, appunto. La befana era infastidita dalla loro presenza.

Il dono delle calze

Un giorno, mentre era intenta a fare la calza, sentì bussare alla porta: era uno dei re Magi che chiedeva di entrare, lei lo fece accomodare e il re le chiese se potesse dormire lì. Il modo di fare fu così dolce e gentile che la Befana non seppe dire di no.

Il re le spiegò che lui e i suoi due compagni erano in viaggio per trovare il Bambino che avrebbe salvato il mondo dall’egoismo e dalla morte, e le disse che gli stavano portando in dono oro, incenso e mira.

Anche in questa storia il re invitò la befana a seguirli, ma anche qui la vecchia disse di no. L’unica differenza è che questa volta la befana consegnò al re una delle calze che lei creava per portarla in dono al Bambino Gesù.

La mattina dopo i re Magi ripartirono.

Caramelle e dolciumi ai bimbi buoni e carbone per i monelli

Passarono trent’anni e la befana aveva compiuto cento anni. Era cambiata moltissimo dal giorno della visita del re: aveva imparato a regalare calze a tutti quelli del villaggio che andavano a bussare alla sua porta, e quelli, per contraccambiare, la aiutavano a pulire casa.

Un giorno si seppe della morte e della resurrezione di Gesù. La Befana allora capì che era arrivato il momento di rimediare al suo sbaglio. E, dopo che le apparve in sogno il Salvatore che la invitava a portare doni a tutti i bambini, la befana decise che lo avrebbe fatto per sempre: ogni anno, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, avrebbe portato caramelle e altri dolci ai bambini generosi, carbone a quelli che si erano comportati male.

Queste sono le storie che ho letto e che vi ho raccontato, ora sta a voi capire a quale delle due volete credere.

Elisa Galluccio IIIa C Biotecnologie sanitarie

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