Gli occhi di Andrea non brillavano più
Riflessioni sul bullismo e il cyberbullismo
“Il ragazzo dai pantaloni rosa”
Nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno del bullismo e cyberbullismo, lunedì 4 novembre 2024 gli alunni dell’Istituto superiore “Minutoli” hanno partecipato all’Evento live presso il The Screen Cinemas, con la visione del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa” ed a seguire la diretta con Teresa Manes, madre di Andrea, il ragazzo alla cui storia è ispirata la pellicola. Il film è riuscito a catturare a pieno l’animo degli studenti e degli insegnanti accompagnatori, facendo emozionare fino alle lacrime tanti di loro.
Quella di Andrea è una storia vera, una tragedia che rappresenta tante realtà. Andrea viene trovato impiccato; “colpevole” per un pantalone rosa, sbiadito in lavatrice, ma indossato lo stesso. Un piccolo gesto, una semplice scelta che diventa il bersaglio preferito dei bulli. Da qui, in pochi istanti, il tempo di qualche click sul telefono, ecco che l’informazione giunge agli occhi di chissà quante persone. Quel pantalone rosa rende addirittura famoso il ragazzo, ma non per le sue doti, sono le sue umiliazioni ad occupare la scena. Gli occhi di Andrea, così, non riescono più a brillare e chissà quanti altri giovani come lui vedono le sue stesse ombre. Lui non ce l’ha fatta a trovare neanche uno spiraglio di luce, si è sentito “uno su mille” che però non ce la fa. Ai genitori resta il dolore, la rabbia, quella sensazione di fallimento per non aver capito.
Il dolore di una madre
Teresa, come tante madri, oggi vive solo per testimoniare. Rappresenta la lotta contro i bulli che in gruppo agiscono violentemente sulla vittima dandola in pasto ai social per poi nascondersi singolarmente nella propria tossica personalità. Teresa è la voce di Andrea che non è riuscito a urlare, è la voce di tutti i genitori che devono osservare, controllare e soprattutto agire; è la voce dei giovani che vogliono essere liberi di essere se stessi e di vivere la vita a colori.
Abbiamo tutti lasciato la sala con una consapevolezza maggiore di quello che è il bullismo e, soprattutto, delle ripercussioni psicologiche e fisiche che può avere.
Nessuno è riuscito a rimanere indifferente di fronte a una madre affranta dal dolore.
Durante l’incontro con Teresa Manes, l’intera sala è entrata in un religioso silenzio, si percepiva un’ammirazione indescrivibile nei suoi confronti, perché nonostante tutto è riuscita a rendere il suo dolore una fonte immensa di forza, che l’ha aiutata a diffondere la storia di Andrea tra i giovani. Teresa ci ha mostrato, con la sua sola presenza, che la vita purtroppo non è sempre giusta, ma non per questo bisogna buttarsi giù e lasciarsi andare.
I bulli
Il film, anche se non esattamente uguale alla vita del ragazzo, ha trattato benissimo il tema centrale; non possiamo fare a meno di citare la scena dei bagni della scuola, nella quale Christian e gli altri bulli, dopo aver ingannato Andrea facendolo vestire da donna, lo hanno registrato e pubblicato mentre diventava lo zimbello del ballo di fine anno. Questo episodio ci ha ricordato, come ha detto anche Teresa, che la vera colpa del suicidio di Andrea non può essere attribuita ad una singola persona, o a un gruppo ristretto: è colpevole tutta la società, che ancora nel 21º secolo giudica qualcuno per il suo abbigliamento o per il suo orientamento sessuale, e soprattutto ogni persona che ha finto di non vedere o di non sapere cosa stesse succedendo.
La nostra società è ancora capace di giudicare, bullizzare e ferire chi è diverso dagli standard sociali.
Ma che significa essere vittime di bullismo?
Il bullismo è un problema che molti giovani conoscono bene e consiste in comportamenti aggressivi e ripetuti, attraverso i quali una persona o un gruppo colpisce chi è percepito come più debole o diverso. Il bullismo può assumere forme diverse – da atti fisici a insulti verbali fino a intimidazioni psicologiche – ma l’obiettivo è sempre lo stesso: sminuire o isolare la vittima.
Le ragioni che spingono qualcuno a bullizzare sono varie e spesso legate a insicurezze, difficoltà personali o mancanza di empatia. In alcuni casi, i bulli cercano di sentirsi più potenti o apprezzati nel gruppo; in altri, sfogano rabbia o frustrazioni interne. In ogni caso, le conseguenze per chi subisce queste azioni sono spesso gravi: ansia, depressione, isolamento sociale e, nei casi più estremi, perdita di fiducia in se stessi e negli altri.
Il cyberbullismo invece è una forma di bullismo che avviene online tramite social network, app di messaggistica e internet, e può colpire chiunque in ogni momento. Consiste in comportamenti dannosi come insulti, diffusione di foto imbarazzanti, minacce, e la pubblicazione di informazioni riservate senza consenso, spesso con l’obiettivo di isolare e ferire la vittima. A differenza del bullismo tradizionale, il cyberbullismo può raggiungere la vittima ovunque, anche a casa, rendendo difficile sfuggirgli. Le conseguenze possono essere gravi, causando ansia, tristezza, bassa autostima e isolamento sociale.
Contrasto al bullismo e cyberbullismo
Per contrastare il bullismo, è fondamentale aumentare la consapevolezza e il coraggio di intervenire. Troppo spesso chi assiste a episodi di bullismo preferisce ignorarli, per paura di essere coinvolto o perché non si sente responsabile. Questo silenzio, però, finisce per legittimare e rafforzare il comportamento del bullo. Al contrario, se gli spettatori prendono posizione e sostengono la vittima, i bulli perdono il loro potere e si sentono isolati, limitando il loro impatto.
Per difendersi dal cyberbullismo è utile bloccare e segnalare i contatti offensivi, non rispondere agli attacchi per evitare di peggiorare la situazione, salvare le prove (screenshot o messaggi) e parlare con un adulto di fiducia per ottenere supporto. Anche chi assiste può fare la differenza evitando di incoraggiare il bullo con “like” o condivisioni, difendendo la vittima con gesti di solidarietà e segnalando l’abuso.
Anche le scuole e le istituzioni hanno un ruolo centrale e dovrebbero investire maggiormente in iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, con programmi educativi e interventi tempestivi. Genitori e insegnanti devono saper riconoscere i segnali del bullismo e intervenire, aiutando i ragazzi a capire che possono fare la differenza.
Inoltre, crediamo che il vero cambiamento passi dall’educazione all’empatia. Insegnare ai giovani a rispettare e comprendere gli altri è essenziale per prevenire atteggiamenti aggressivi. Anche se un mondo senza bullismo è un ideale, possiamo avvicinarci a questa meta sostenendo chi ne è vittima, parlandone apertamente e sensibilizzando chi ci sta intorno. Solo così possiamo costruire una società più giusta e rispettosa.
Classe 2C Liceo Scientifico Sez. “S. Quasimodo”